La celiachia, come è noto a molti, è una predisposizione dell’organismo a sviluppare un’intolleranza di forma alimentare, verso quei cibi che derivano o che contengono il glutine.
Questa è una proteina che si trova nel grano e che, a seguito della lavorazione per produrre alimenti, si trasferisce in tutti i suoi derivati.
Il glutine, a sua volta, è formato da altre due proteine: la gliadina e la glutenina. Il glutine serve sostanzialmente a conferire agli impasti di farina maggiore compattezza e densità, come fosse una specie di collante che però può essere tranquillamente ingerito. Per quanto riguarda gli aspetti nutrizionali, però, non è assolutamente bilanciato, in quanto manca di alcuni aminoacidi.
La celiachia non deve essere considerata una malattia.
I sintomi sono piuttosto le conseguenze di un’intolleranza. Le malattie, se non riconosciute per tempo, possono insorgere in un successivo momento, ma sempre come conseguenza della condizione di intolleranza al glutine. Uno slogan informativo diceva: “Io non sono malato, io sono celiaco”. Ecco, queste parole inquadrano perfettamente il caso della celiachia che non deve essere considerata una patologia che affligge alcune persone, bensì una loro condizione peculiare, una predisposizione a sviluppare un’intolleranza.
Ciò che conta, quindi, non è predisporsi all’accettazione di una malattia che può condizionare l’esistenza e la qualità della vita, piuttosto si deve assumere un atteggiamento di consapevolezza ed affrontare il problema evitando quegli ostacoli che possono condizionare appunto la qualità della vita.
È fondamentale, innanzitutto, informarsi puntualmente sulle condizioni sanitarie in generale, consultare medici, specialisti, contattare enti qualificati ed associazioni al fine di tutelare le proprie condizioni di salute.
Per quanto riguarda le autorizzazioni a tutela dei consumatori celiaci, va detto che esistono alcune associazioni tra cui l’Associazione Italiana Celiachia che è un soggetto di riferimento autorevole, sempre prodigo di consigli e di informazioni che mettano in guardia da un lato, e rassicurino, dall’altro, le persone in merito alla celiachia.
Proprio l’AIC ha creato il simbolo che è posto a tutela dei prodotti senza glutine. Un prodotto che sulla confezione riporta stampata la spiga sbarrata è un prodotto le cui qualità sono state accertate e garantite. Questa distinzione vale in Italia per le aziende italiane e per quelle straniere. A proposito di queste, però va detto anche che in alcuni paesi il limite massimo di glutine tollerato negli ingredienti è 100 ppm – superiore a quello stabilito, per Legge, in Italia (20 ppm).
Farabella è un’azienda che si fregia di questo marchio sulle su confezioni, ed è soprattutto una realtà produttiva italiana che opera in un territorio ancora sano e con una vocazione alla qualità del prodotto.
Negli stabilimenti di Fara San Martino, in Abruzzo, esiste un rigido rispetto delle procedure di lavorazione e di selezione delle materie prime, per immettere sul mercato prodotti senza glutine di ottima qualità.
La sensibilità verso questo argomento è evidente anche nella strategia di comunicazione di Farabella che dedica una sezione del proprio sito internet ad affrontare il problema della celiachia e dei suoi risvolti sulla società e nella vita quotidiana. Di fianco a questa informazione ne esiste un’altra più pratica, che è rappresentata dall’area dedicata alle ricette per celiaci, oltre alla parte più commerciale, ma non meno consultata, con l’offerta dei prodotti con le informazioni nutrizionali.